82° Reggimento Fanteria
"Torino"
"Credo e vinco"
1. Sede = Barletta (BA).
2. Compito = Reggimento
meccanizzato operativo della Brigata “Pinerolo”. Alimentato con personale
volontario.
3. Composizione = Reggimento di
Fanteria si compone di un comando di reggimento, una compagnia di supporto
logistico ed un battaglione meccanizzato, pedina operativa dell'unità.
4. Decorazioni = La Bandiera di
Guerra è decorata di un Ordine Militare d'Italia, una Medaglia d'Oro, tre
Medaglie d'Argento al Valor Militare, una Medaglia di Bronzo al Valore
dell'Esercito, una Medaglia d'Argento di Benemerenza ed una Medaglia di Bronzo
al Merito della Croce Rossa Italiana.
5. Festa del Reggimento = 16
gennaio, anniversario della battaglia di Tscherkowo (1943).
La
storia
l 1° novembre 1884 si forma la Brigata "Torino"
per la quale sono costituiti l'81° e 82° Reggimento Fanteria.
Il Reggimento fornisce personale per la campagna d'Eritrea (1895 - 96) e
partecipa al completo la campagna di Libia dal 1911 al 1913 meritando una
Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale combatte sul Col di Lana, Volkowniak, Capo Sile, Piave Vecchio, Piave nuovo, Stenico e Val Giudicarie. Riceve l'Ordine Militare d'Italia e la seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare.
In attuazione dell'ordinamento 1926 é sciolto il 31 ottobre
dello stesso anno.
Ricostituito il l° luglio 1938 come 82°
Reggimento Fanteria "Torino" entra nella prima grande unità binaria
"tipo" che inquadra anche l'81° fanteria ed il 52° artiglieria e nel
1939 la stessa diventa Divisione di Fanteria "Torino" (52a).
Partecipa alla campagna sul fronte Occidentale,
quindi alla campagna jugoslava.
Partito per la Russia nel 1941 seguirà
l'epopea del Corpo di Spedizione e dell'Armata Italiana in Russia, al ritorno
dalla quale tutta la Divisione sarà soppressa nel febbraio 1943. Per il
comportamento eccellente il Reggimento merita una Medaglia d'Oro ed una
d'Argento al Valor Militare.
Ricostituito
nel giugno 1943 dal 256° Fanteria, per ridenominazione delle Unità e del
Comando della Divisione "Veneto" è ancora sciolto nel settembre 1943.
Il 1° settembre 1950 il Reggimento si
ricostituisce a Forlì in seno alla Divisione di Fanteria "Trieste".
Impiegato nel Raggruppamento "T" costituto in occasione della
riconsegne di Trieste all'Italia nel 1954, allo scioglimento di quest'ultimo
passa in forza alla Divisione di Fanteria "Folgore" accasermandosi
prima a Trieste e quindi a Gorizia.
A seguito della ristrutturazione del 1975 verrà
sciolto il 19 ottobre 1975, per dare origine, con il 183° "Nembo"
alla Brigata meccanizzata "Gorizia". Il II battaglione, di stanza a
Cormons (GO), sarà denominato 82° Battaglione Fanteria Meccanizzato "Torino",
e riceverà Bandiera e tradizioni reggimentali. Assegnato alla Brigata
Meccanizzata "Gorizia" della Divisione Meccanizzata
"Folgore", ne segue l'evoluzione che porterà allo scioglimento delle
Divisione prima e il 30 ottobre del 1996 della Brigata.
Il 3 settembre 1992, il battaglione è inquadrato
nel ricostituito 82° Reggimento Fanteria "Torino" e passa alle
dipendenze della Brigata "Mantova" e quindi della Brigata corazzata
"Ariete".
Dal 5 novembre 2001 il Reggimento passa alle dipendenze della Brigata Corazzata "Pinerolo" e dal 17 dicembre si ridisloca in Barletta (BA).
Il Medagliere
Ordine
Militare d'Italia
Decreto 5 giugno 1920
Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata
trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di
ardimento; audace e tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune,
consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915 - 1918)
(All'Arma di Fanteria).
Medaglia d'Oro al Valor Militare
Decreto 31 dicembre 1947
Già decorato di medaglia d'argento per le vittorie
riportate sul fronte orientale durante il primo anno della campagna di Russia,
splendeva di vivida luce nella rapida avanzata dal Bulawin al Don nel luglio
1942. Schieratosi in salde posizioni sul Don, l'82° Reggimento Fanteria teneva
per molti mesi inviolato il vallo dell'est, respingendo nettamente innumerevoli
attacchi diurni e notturni del nemico, non senza proprie dolorose perdite.
Sopraggiunto il duro inverno russo e con esso una poderosa offensiva
dell'avversario a largo raggio, l'82° Reggimento Fanteria, gareggiando per
disciplina e tenacia con gli altri reparti della Divisione, ripiegava, secondo
gli ordini ricevuti, su una seconda linea prestabilita e, giunto poi l'ordine
di un ripiegamento generale, si distingueva per resistenza ed eroismo nel sostenere
e respingere più volte il poderoso urto nemico. Accerchiato una prima volta ad
Arbusow, riusciva a rompere l'anello dell'assedio dopo due giorni di accanita
lotta e a raggiungere con epica, ininterrotta marcia durata oltre trentasei
ore, a digiuno e fra i mortali tormenti di una temperatura polare, un altro più
arretrato caposaldo contro cui, nuovamente accerchiato, teneva fronte al nemico
per ben ventiquattro giorni. Rotto infine anche questo secondo assedio, con
altra eroica marcia, perduti ormai complessivamente il 90% dei propri
effettivi, riusciva a ricongiungersi coi resti della propria armata. La
gloriosa, lacera Bandiera, nascosta sul petto dell'eroico comandante ferito a
morte, veniva con lui sepolta sotto la desolata steppa nevosa senza cassa e
senza nome come il seme che dovrà risorgere in fiore e in frutto al buon sole
estivo. Juni Comunard - Demidow - Ssurrow - Arbusow -Tscherkowo, luglio 1942 -
gennaio 1943.
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 18 gennaio 1913
Per la valorosa condotta tenuta dal reggimento nei
combattimenti del 23 e del 26 ottobre 1911 a Tripoli.
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 5 giugno 1920
Con saldezza di disciplina ed impeto di valore al
nemico minacciante il fianco delle truppe schierate sul Basso Piave, faceva
baluardo col petto dei suoi mirabili fanti, ristabilendo con un sanguinoso
irresistibile contrattacco, l'integrità della difesa. Attaccava quindi e
travolgeva munitissime posizioni nemiche, portando efficace contributo morale e
materiale al felice esito della battaglia (Basso Piave, 15 giugno - 6 luglio
1918).
Medaglia d'Argento al Valor Militare
Decreto 13 dicembre 1948
Emulo delle generose tradizioni della nostra
Fanteria affermava con elevatissimo morale e fiero spirito di sacrificio la gagliardia
dei suoi ranghi superando compatto itinerari di milleseicento chilometri fra
fatiche estenuanti, le sofferenze più aspre del solleone ed il tormento della
pioggia e del gelo, lungo le piste di fango insidiate dalla presenza di campi
minati. Distintosi nella manovra per l'accerchiamento di grandi unità
avversarie a Petrikowka, dava nuovo risalto alle sue salde qualità militari
quando, raggiunta la zona del Donez, sbaragliava in ripetute azioni offensive e
numeroso scontri le agguerrite formazioni avversarie, che anche protette da
forte nerbo di cavalleria gli contendevano il passo. Impegnato nell'attacco a
munite posizioni nemiche con irruenza decisiva e sperimentato valore, ampliava
la penetrazione di nostre colonne e, quantunque assottigliato dalle perdite,
assicurava l'inviolabilità di esteso settore difensivo, reso più arduo
dall'eccezionale rigidezza dell'inverno. Fronte Russo: Obuchowkije - Kurilowka
- Krestowka - Ubeshisctsche - Rykowo -Chazepetrowka - Jelenowka - Juni Comunard
- Bosso Kawka, agosto 1941 - maggio 1942.
Medaglia di Bronzo al Valore dell'Esercito
Decreto 4 gennaio 1978
Al verificarsi del violento terremoto che colpiva
il Friuli, accorreva prontamente sui luoghi disastrati e, prodigandosi con
coraggio e con slancio fraterno di solidarietà umana, dava un valido contributo
al soccorso dei feriti e dei superstiti ed alla rimozione delle macerie,
limitando i danni della grave sciagura. L'opera svolta ha riscosso
l'apprezzamento delle Autorità e l'incodizionata riconoscenza delle popolazioni
colpite, rafforzando il prestigio dell'Esercito. Friuli, 6 - 15 maggio 1976.
Medaglia d'Argento di Benemerenza
Decreto 5 giugno 1910
Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e
abnegazione, nel portar soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto
calabro - siculo del 28 dicembre 1908.
Medaglia di Bronzo al merito della Croce Rossa Italiana
In segno di viva tangibile riconoscenza per il
generoso contributo offerto alle operazioni di soccorso sviluppate dalle Unità C.R.I.in
favore delle popolazioni colpite dall'alluvione del novembre 1994.