9° Reggimento Fanteria "Bari"
"Ai
bianchi gli ardimenti"
Reggimento di fanteria di antiche
tradizioni, vanta oltre duecentocinquanta anni di vita, si compone di un
comando di reggimento, una compagnia di supporto logistico ed
un battaglione meccanizzato, pedina operativa dell'unità.
Alimentato con personale volontario, il reggimento è di stanza a Trani (BA).
La Bandiera di Guerra è decorata di un Ordine Militare d'Italia, due Medaglie
d'Oro, una Medaglia d'Argento e una Medaglia di Bronzo al Valor Militare e una
Medaglia d'Argento di Benemerenza.
La festa del reggimento cade il 24 ottobre, anniversario del combattimento di
San Michele del Carso (1915).
LA STORIA
Discende dal Battaglione La Regina costituito in Pinerolo l'8 aprile
1734 dal Conte Cacherano di Bricherasio,
su dieci compagnie, e subito impegnato nella Guerra di successione di Polonia
(1734 - 35) e trasformato in Reggimento La Regina il 13 aprile 1741, per
partecipare alla guerra di Successione d'Austria (1742 - 1748).
Sciolto nel 1798 dal giuramento di fedeltà al Re di Sardegna al termine della
Guerra Franco Piemontese (1792 - 1796), viene
ricostituito nel 1814, sempre come Reggimento La Regina per divenire l'anno
seguente Brigata "La Regina", con due battaglioni in pace e quattro
in guerra; incorpora in seguito il Reggimento Provinciale di Asti ed il 1°
Battaglione di Mondovì.
Successivamente cambia più volte denominazione
divenendo nel 1831, 1° Reggimento (Brigata La Regina), in occasione della
formazione delle brigate su due reggimenti quindi nel 1839, 9° Reggimento
Fanteria (Brigata La Regina), quando un nuovo ordinamento assegna ai reggimenti
dell'Arma un numero progressivo.
Combatte nella Prima guerra d'Indipendenza (1848 - 49) a Goito, Pastrengo, Santa Lucia, Governolo,
Volta, Mortara e Novara, meritando a Governolo la
Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Nel 1855
invia un battaglione di formazione in Crimea alla Cernaia e nella Seconda
Guerra d'Indipendenza si batte e Palestro dove merita
la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Partecipa
quindi alla campagna del Centro Meridione (1860 - 1861) e alla repressione del
Brigantaggio in Puglia e Sicilia.
Nella Terza Guerra d'Indipendenza (1866) combatte a Borgoforte.
Nel 1871, 9° Reggimento Fanteria "Regina", in seguito
allo scioglimento delle brigate permanenti e nel 1881, 9° Reggimento Fanteria
(Brigata Regina), con la ricostituzione delle brigate.
Fra il
1895 ed il 1896 invia personale in Eritrea.
Nel 1908 è
a Messina in soccorso alle popolazioni colpite dal maremoto dove ottiene una
Medaglia d'Argento di Benemerenza.
Nel 1911 fornisce personale per la Libia. Allo scoppio della Prima Guerra
Mondiale è sul San Michele, Bosco Cappuccio, Castelnuovo, San Martino, Oppacchiasella, Loquizza, Dosso Faiti, Ortigara, Melette di
Gallio, Val Sugana e Monte Valbella.
Finisce la
Guerra con l'Ordine Militare d'Italia, una Medaglia d'Oro ed
una di Bronzo al Valor Militare.
Il 1° giugno 1924 il reggimento è destinato a presidio delle isole italiane
dell'Egeo; prende sede a Rodi.
L'11 marzo 1926 riprende il nome di 9° Reggimento Fanteria "Regina" e
viene assegnato alla XXIII
Brigata. Il 2 ottobre 1934 lascia la brigata e viene
messo alle dipendenze del Comando Militare dell'Egeo.
Mobilitato per la Campagna d'Etiopia del 1935 non vi
prenderà parte.
Dal 1°
marzo 1939 è inquadrato nella Divisione di Fanteria "Regina" (50^)
con il gemello 10° ed il 50° artiglieria.
Impiegato nelle Isole dell'Egeo, partecipa
all'occupazione di Creta dove resta di presidio con la Divisione.
Si scioglie l'11 settembre 1943, a seguito degli eventi bellici successivi
all'armistizio, nell'isola di Rodi.
Ricostituito il 20 novembre 1945 in Bari quale 9° Reggimento Fanteria
"Regina" su comando, compagnia comando e tre battaglioni, ai quali si uniranno poi la compagnia mortai e la compagnia
cannoni c/c, il 14 marzo 1947 cambia nome in 9° Reggimento Fanteria
"Bari" e tale rimane sino allo scioglimento del 31 ottobre 1975 a
seguito della ristrutturazione dell'Esercito.
Il I
battaglione viene trasformato il 1° novembre 1975 in
Trani in 9° Battaglione Fanteria Motorizzato "Bari" ed eredita
Bandiera e tradizioni del 9° Reggimento, mentre il II
diviene 13° battaglione motorizzato "Valbella".
Dal giorno 8 ottobre 1980 prende il nome di 9° Battaglione Fanteria
Meccanizzato "Bari" quindi dal 17 luglio al 19 settembre 1992 cede
una compagnia rinforzata al 12° Reggimento bersaglieri che opera in Sicilia,
nella zona di Trapani, nel quadro dell'operazione
"Vespri Siciliani" in concorso al mantenimento dell'ordine pubblico.
Il 29 settembre 1992, il battaglione perde la propria autonomia ed il giorno successivo è inquadrato quale I Battaglione
Meccanizzato nel 9° Reggimento Fanteria "Bari" che si ricostituisce
in Trani (BA). Il reggimento ha partecipato a più riprese alle operazioni di
ordine pubblico nel sud italia.
IL MEDAGLIERE
Ordine
Militare d'Italia
Decreto 5 giugno 1920.
Nei duri
cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia,conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e
tenace , domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue
fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915 - 1918) (All'Arma di
Fanteria).
Medaglia d'Oro al Valor
Militare
Decreto 19 giugno 1859.
Per la
gloriosa condotta del reggimento alla presa di Palestro ed
alla battaglia del 31 maggio 1859.
Medaglia d'Oro al Valor
Militare
Decreto 3 agosto 1916.
Con
mirabile energia e tenacia, ora muovendo all'attacco, ora resistendo ai
violenti e insidiosi assalti nemici, rese col suo sangue sacro alla Patria il
Monte San Michele e le sue balze. Luglio ed ottobre
1915, marzo e giugno 1916
Medaglia d'Argento al Valor
Militare
Decreto 23 luglio 1848.
Per essersi distinto, in guisa segnalata, nel fatto d'armi di Governolo (18 luglio 1848).
Medaglia di Bronzo al Valor
Militare
Decreto 5 giugno 1920.
Per
l'irresistibile slancio ed il grande valore dimostrato
nell'espugnazione del Monte Valbella e per
l'incrollabile resistenza opposta con successo, ai reiterati ritorni offensivi
del nemico (Valbella 1918).
Medaglia d'Argento di
Benemerenza
Decreto 5 giugno 1910
Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia ed abnegazione
nel portare soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto del 28 dicembre
1908 (Messina 1908).
"Ai
bianchi gli ardimenti"
Scudo: Partito;
il primo troncato: a) fasciato innestato nebuloso d'argento e di nero (6) (Bricherasio); b) inquartato d'azzurro e di nero alle fiamme
ondeggianti trifide d'argento bordate d'oro moventi dai cantoni; sul tutto
l'aquila al naturale caricata in petto da da uno scudetto di rosso alla croce d'argento (Savoia); il
secondo partito di rosso e d'argento (Bari), attraversato da una fascia del
primo (Egeo) caricata da una rosa d'oro accollata alla croce di otto punte e
patente, d'argento (Rodi). In cuore sulla partitura uno
scudetto ovale d'azzurro, al leone burellato
d'argento e di rosso coronato e armato d'oro. Il tutto abbassato al capo
d'oro.
Ornamenti esteriori:
sullo scudo corona turrita d'oro, accompagnata sotto da quattro nastri annodati
nella corona, scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda al lato dello scudo,
rappresentativi delle ricompense al Valore. Nastro dai colori dell'Ordine
Militare d'Italia accollato alla punta dello scudo, sotto lo scudo
su lista bifida d'oro, svolazzante, con la concavità rivolta verso l'alto, il
motto "Ai bianchi gli
ardimenti".