ALCUNE RIFLESSIONI SUL RISCHIO SISMICO

(Nota elaborata dal dott. Vincenzo CURRO’ – Segretario della Sez. ANF di Roma)

 

 

Il recente sisma che ha sconvolto l’Emilia-Romagna ci suggerisce una riflessione. L’Italia è una Nazione a rischio sismico, con zone ad alto rischio, con altre a basso rischio, ma comunque sempre a rischio. Per il momento nessuno è in grado di prevedere dove e quando colpirà il prossimo evento e soprattutto con quale intensità. Allora ci chiediamo perché non iniziamo regione dopo regione, città dopo città, casa dopo casa, sia pubblica che privata ad effettuare seri controlli per sapere fino a che grado della Scala Richter gli edifici siano in grado di resistere alle scosse telluriche, senza che le persone subiscano danno irreparabile?

La legge impone la verifica alla "vulnerabilità sismica" soltanto alle strutture pubbliche, ovvero, scuole, ospedali, stazioni, caserme ecc. (ma non impone ancora obbligatoriamente gli adeguamenti) e non ai privati (case di civile abitazione). Soltanto chi deve presentare un nuovo progetto per abitazione residenziale è tenuto a rispettare le nuove disposizioni in materia, quindi a costruire le nuove case in modo molto più resistente che nel passato. In particolare, anche se si vogliono apportare modifiche alla propria abitazione, sia in condominio che singola, è necessario procedere prima alla "verifica della vulnerabilità sismica" per case di civile abitazione, ancorchè non obbligatorio e spetta al singolo proprietario o all'amministratore se c'è un condominio. Il costo è abbastanza alto (dell'ordine dei 20.000€ per una casa a 5 piani) e si deve chiamare un professionista, in genere un ingegnere strutturista libero professionista, che dopo una serie di rilievi e sull'esame dei disegni originali di progetto e dopo eventuali carotaggi nel cemento armato, murature ecc. introduce in un modello matematico tutti i parametri acquisiti e calcola il rischio alla vulnerabilità sismica. Nella nuova legge, che è cambiata alcuni anni fa, Roma è stata classificata in zona più sismica del passato. 

I costi della verifica e degli adeguamenti successivi sono probabilmente una delle cause principali della non messa in sicurezza degli edifici, ma la prevenzione dei crolli delle costruzioni potrebbe risparmiare vite umane e danni materiali, che causano ingenti danni morali ed economici alla Nazione. Investire nella prevenzione a qualsiasi livello, è dimostrato essere più conveniente che intervenire dopo che il danno si è perpetrato. In situazione generale di crisi economica, non potremo aspettarci che tutto venga realizzato rapidamente, ma se ognuno cominciasse a fare la sua parte, si potrà iniziare, per evitare di dover sempre piangere sulle vittime innocenti, celebrare funerali di stato, spendere molto di più per finanziare le ricostruzioni. Se mai si inizia, mai si giungerà a portare a termine questo fondamentale impegno di civiltà. Scuole, ospedali, uffici pubblici, opere d’arte dovrebbero essere messe in sicurezza dal settore pubblico, mentre per le abitazioni private, gli amministratori di condominio e i proprietari dovrebbero organizzare i controlli e gli eventuali interventi, se necessari, per la messa a norma antisismica. Stesso dicasi della verifica degli abusi edilizi su terreni a rischio frane, alluvioni, etc., del dissesto idro-geologico e del disboscamento. Se tutti lavoreremo in sintonia e onestamente, oltre a vivere in sicurezza, creeremmo opportunità di lavoro finalizzato  allo sviluppo. Questa è l’Italia che ci piace.

 

Una foto del sismologo Charles Richter che, nel 1935, sviluppò una “scala” di valutazione della magnitudo di un sisma.

Richter_foto.jpg